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dopo questo lungo iter parlamentare, alle modifiche peggiorative di cui alla legge
183/2010 e, alla successiva regolamentazione di cui al D.Lgs. 119/2011.
In buona sostanza tutto ciò per evidenziare che già da quel monitoraggio per il
comparto scuola erano stati messi in evidenza dati significativi.
Complessivamente sul totale del campione di 1.700.000 dipendenti pubblici che
fruivano dei permessi (anno 2009) oltre 150.000 persone, l’82% (123.667 unità), ne
faceva uso per assistere i familiari.
Il maggior numero era concentrato nelle scuole (con una percentuale di un punto
sopra la media). Su 10.693 istituti scolastici avevano aderito solo 5.668 istituti e que-
sti erano i dati: su 586.658 personale in servizio, 61.406 erano i fruitori dei permessi,
pari al 10% circa, di cui 48.810 fruivano dei permessi per assistere un familiare e, solo
12.596 per se stessi. Anche allora le regioni in cui venivano maggiormente usati i
permessi erano: - la Campania (9.220 su 65.231), il Lazio (7.217 su 48.695), la Lom-
bardia (7.194 su 88.505), la Sicilia (7.152 su 62.901), la Puglia (5.884 su 48.225). Men-
tre, numeri molto contenuti, rispetto ai dipendenti in servizio, sono dichiarati dalle
amministrazioni del Trentino Alto Adige e della Valle D’Aosta, ma percentuali inferio-
ri alla media si ritrovano anche in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte e Toscana.
Conclusioni
Siamo convinti che le ultime modifiche di legge (cfr. Legge 183/2010 e D.Lgs.
119/2011) abbiano già contribuito a ridurre la carta dei diritti e, di conseguenza a
sminuire una norma costituzionale così importante per chi nella società si trova svan-
taggiato. Infatti, forse per non ledere ulteriormente questo diritto, il recente Decreto
Legge 90/2014, convertito nella Legge 123/2014, ha semplificato favorevolmente
alcuni punti della procedura per quello che concerne la validità della certificazione.
Riteniamo, invece, che molto probabilmente siano state sottovalutate, se non ad-
dirittura non considerate adeguatamente, da parte di ogni singola scuola e quindi del
Dirigente, quelle importanti indicazioni operative pubblicate sia dalla Pubblica Fun-
zione, che dall’INPS dopo le citate modifiche.
Quindi, si auspica che il Sottosegretario con le sue affermazioni intenda solo im-
porre a priori queste o altre precise e uniformi direttive di comparto, al fine di rimuo-
vere tutte quelle situazioni che indirettamente o direttamente hanno contribuito a
determinare le spiacevoli situazioni che sono state oggetto di queste notizie media-
tiche che di certo, in un momento come questo, non sono favorevoli alla buona
scuola. A nostro avviso, sarebbe grave intervenire nuovamente sul diritto, perché si
potrebbe mettere ulteriormente a rischio l’adeguata tutela per chi effettivamente ne
ha necessità, quindi il lavoratore disabile per se stesso, i genitori per i figli anche
minori o il figlio per il genitore. Su questo punto, va altresì considerato che nel nostro
Paese, causa il progressivo invecchiamento della popolazione (si vedano in merito i
dati ISTAT), presumibilmente unito alla carenza di servizi socio assistenziali per gli
anziani non autosufficienti, il sostegno può essere assicurato solo da parte dei fami-
liari, quindi, è superfluo precisare che questa è una delle cause che probabilmente ha
inciso in maniera significativa sull’utilizzo di questi permessi/congedi.
Il recente Decreto
Legge 90/2014,
convertito nella Legge
123/2014, ha
semplificato
favorevolmente alcuni
punti della procedura
per quello che
concerne la validità
della certificazione