Pais Marzo 2015 - page 23

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Finalmente anche in Italia si comincia a cogliere il valore e il senso delle tante
indicazioni e raccomandazioni arrivate nel corso dell'ultimo decennio dai rappor-
ti e dalle indagini condotte in ambito OCSE.
Premessa
È realistico ritenere che poche persone abbiano modo di avere adeguate informa-
zioni circa il contenuto del più recente rapporto “Going for Growth” dell’OCSE (Orga-
nizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Probabilmente soltanto un
po’ di addetti ai lavori, più sensibili di altri ai periodici raffronti tra la qualità e la
“produttività” del nostro sistema scolastico e quelle di altri Paesi sviluppati, non sol-
tanto europei. Non risultano pervenuti comunicati o commenti da parte del MIUR,
che in casi di notizie poco confortanti spesso adotta la tecnica del silenzio. Neanche
da parte dei decisori politici si registrano reazioni di particolare significato e così pure
da parte delle principali centrali sindacali del comparto scuola. Non è mancato in
compenso chi ha avuto da eccepire circa la legittimità dell’operato dell’OCSE, in quan-
to essendo un’organizzazione internazionale finalizzata ai problemi della cooperazio-
ne e dello sviluppo economico non avrebbe titolo ad occuparsi di scuola, trascurando
il fatto che l’OCSE attraverso le sue indagini internazionali è riuscita a dare un forte
scossone a numerosi sistemi scolastici nazionali, soprattutto laddove non ci si è limi-
tati a guardare con sufficienza e fastidio i risultati registrati ma se ne è tratto spunto
per impostare progetti di cambiamento e di riforma che nel tempo hanno permesso
di incrementare i livelli di performance.
Misurare e certificare la performance degli istituti scolastici e dell’organizzazione
complessiva del sistema formativo in molti Paesi europei ed anche extra-europei è
diventata una prassi ordinaria, giustificata, tra l’altro, dalla globalizzazione dei feno-
meni economici e dei processi che ne determinano l’andamento.
Tra la fine degli anni ‘80 e gli inizi degli anni ’90 sono state poste le basi di pro-
grammi nazionali di valutazione della funzionalità dei sistemi formativi in Gran Bre-
tagna, in Olanda, in Spagna, in Francia. L’Italia ha dovuto aspettare il nuovo secolo
per poter avviare in forme sperimentali le prime Rilevazioni dei livelli di apprendi-
mento degli alunni del primo ciclo d’istruzione, scontrandosi peraltro con non poche
resistenze. Si è dovuto attendere l’anno scolastico 2010/11 perché le rilevazioni arri-
vassero a comprendere le classi campione dell’istruzione secondaria di secondo grado.
Per quanto riguarda, poi, il Sistema nazionale di Valutazione, soltanto la caparbietà
del ministro Profumo ha consentito di portare in porto, contro tutte le previsioni e
malgrado la forte opposizione sindacale, il DPR 80/2013 e abbiamo dovuto attende-
re gli inizi del 2015 perché il Sistema potesse avviare i primi passi, anche in questo
caso tra ritardi, sospetti e polemiche, che la dicono lunga sul livello di motivazione
e di convinzione che esprime una parte consistente delle scuole e degli operatori
scolastici.
Il ruolo dell’OCSE nel campo della ricerca in ambito formativo
Forse può essere utile ricordare che l’OCSE ha una lunga tradizione di riflessioni e
di studi nel campo dell’istruzione e della formazione, consolidata in decenni di ricer-
che e di indagini internazionali di alto valore scientifico. L’Organizzazione con il 2010
è arrivata a contare trentaquattro stati membri, diffusi su tutti i continenti, uniti
dall’adozione di sistemi di governo di tipo democratico e di un'economia di mercato
L’OCSE bacchetta ancora una volta la scuola italiana
Massimo Spinelli - Dirigente Scolastico
L’Italia ha dovuto
aspettare il nuovo
secolo per poter
avviare in forme
sperimentali le prime
Rilevazioni dei livelli
di apprendimento
degli alunni del primo
ciclo d’istruzione,
scontrandosi peraltro
con non poche
resistenze
L’OCSE ha indagato
diversi versanti del
mondo della
formazione, attraverso
strumenti statistici
sempre più raffinati, la
cui attendibilità può
essere considerata
fuori di dubbio
Il PIAAC-OCSE ha
consentito di avere un
quadro esaustivo delle
competenze della
popolazione adulta,
evidenziando ad
esempio che soltanto
il 58,2% dei nostri 25-
64enni possiede un
diploma d’istruzione
superiore
1...,13,14,15,16,17,18,19,20,21,22 24,25,26,27,28,29,30,31,32,33,...52
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