25
si fermano soltanto ai macro-fenomeni. Bisogna riconoscere che anche in questo caso
il Rapporto coglie nel segno, dal momento che non si è del tutto spenta l’eco delle
recenti polemiche che hanno accompagnato l’ultimo avvicendamento alla presidenza
dell’Istituto, allorché abbiamo visto confrontarsi la fazione degli “economisti” e la
fazione dei “pedagogisti”, portatrici di due visioni abbastanza divergenti sulle strategie
da applicare. Va pure ricordato che soltanto in extremis la Legge di Stabilità è riusci-
ta a recuperare i 10 milioni di euro che potranno garantire il regolare funzionamento
dell’Istituto, anche se questo non ha del tutto tranquillizzato il personale interno
circa le prospettive per il futuro. Il tutto in coincidenza con l’avvio del Sistema Na-
zionale di Valutazione, che salpa verso un mare aperto agitato da venti di notevole
intensità, dove polemiche e resistenze fanno il paio con i ritardi accumulati nella
predisposizione dei materiali e della piattaforma telematica che avrebbe dovuto già
essere messa a disposizione delle Istituzioni Scolastiche.
Non è d’altra parte un mistero che l’OCSE ponga tra le priorità di un efficiente si-
stema scolastico quella di disporre di meccanismi di valutazione che consentano di
misurare la performance delle organizzazioni e del personale, come non è un miste-
ro che l’Italia abbia accumulato in questo campo dei ritardi “storici”.
Il rapporto tra sistema formativo e riforme strutturali
Una caratteristica peculiare dell’ultimo Rapporto OCSE è quella di mettere in di-
retta connessione le prospettive di evoluzione del sistema scolastico italiano con i
cambiamenti attesi nel campo delle riforme economiche, del mercato del lavoro,
delle liberalizzazioni. L'OCSE non dimentica, infatti, di rimarcare impietosamente che
un numero troppo alto di decreti attuativi per le riforme di “deregulation abbastanza
estesa” approvate tra il 2011 e il 2012 aspettano ancora di essere emanati. È soprat-
tutto in questi ritardi che si annida il pericolo di una depressione della domanda in-
terna, mentre “è importante che l'agenda delle riforme strutturali metta più attenzio-
ne su quelle riforme che oltre ad accrescere la produttività e la creazione di posti di
lavoro nel medio termine sappiano sostenere la domanda nel breve termine”.
Viene da considerare che i provvedimenti recentemente adottati dal Governo, in
tema di lavoro, vadano nel senso indicato dall’OCSE e che altri, all’attenzione in que-
ste settimane delle Camere, come quelli sulla riforma della Pubblica Amministrazio-
ne e del sistema giudiziario, anche se il loro percorso appare abbastanza travagliato,
rispondano ad una analoga esigenza di ammodernamento del Sistema Paese. In
questo contesto la riforma del sistema scolastico, anticipata dalle proposte su “La
Buona Scuola”, e che di qui a pochi giorni si concretizzerà in provvedimenti di legge,
non deve essere letta come avulsa dalla situazione generale del Paese, in nome di
una “separatezza” del mondo della scuola incongruente con la realtà oltre che con le
indicazioni fornite dall’OCSE, ma come un tassello, tra i più importanti, di un program-
ma di riforme che deve prefiggersi di realizzare condizioni di rilancio culturale, socia-
le ed economico dell’Italia.
L’OCSE pone tra le
priorità di un efficiente
sistema scolastico
quella di disporre di
meccanismi di
valutazione che
consentano di
misurare la
performance delle
organizzazioni e del
personale
I provvedimenti
recentemente adottati
dal Governo, in tema
di lavoro, vanno nel
senso indicato
dall'OCSE e altri
rispondono ad una
analoga esigenza di
ammodernamento del
Sistema Paese