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e accomunati dall’interesse a sviluppare la cooperazione internazionale. Negli ultimi
anni le indagini sono arrivate a coinvolgere anche Paesi del G20 e partner dell’OCSE,
ampliando in modo significativo il valore dei raffronti internazionali.
L’OCSE ha indagato diversi versanti del mondo della formazione, attraverso stru-
menti statistici sempre più raffinati, la cui attendibilità può essere considerata fuori
di dubbio. Un esempio importante è costituito dal progetto TALIS (
Teaching and Le-
arning International Survey
), indagine internazionale sull’insegnamento e l’apprendi-
mento, arrivata nel 2013 alla sua seconda edizione, che ha fornito un ampio spettro
dei livelli di motivazione e dei sistemi di aspettative espressi dai docenti e dai Diri-
genti delle scuole. Altro progetto che merita di essere ricordato è il PIAAC-OCSE
(
Programme for the International Assessment of Adult Competencies
), affidato per l’Italia
all’ISFOL tra il 2011 e il 2012, che ha consentito di avere un quadro esaustivo delle
competenze della popolazione adulta, evidenziando ad esempio che soltanto il 58,2%
dei nostri 25-64enni possiede un diploma d’istruzione superiore contro una media
europea del 74,9%. Sicuramente più famosa, e anche più discussa, è l’indagine OCSE-
PISA (
Programme for International Student Assessment
), arrivata nel 2012 alla sua
quinta edizione e che continua a fornire, a cadenza triennale, informazioni fondamen-
tali sulle performance dei nostri studenti quindicenni relativamente agli ambiti di
alfabetizzazione letteraria, matematica e scientifica, a cui è stata aggiunta nelle in-
dagini più recenti anche la capacità di soluzione di problemi. Il valore dell’indagine,
che vede anche in questo caso l’Italia attardata rispetto al quadro europeo ed inter-
nazionale (la sua collocazione media è attorno al 30° posto sui 34 paesi OCSE, con
modesti progressi nel tempo), risiede soprattutto nella possibilità di confrontare la
qualità delle performance del campione studentesco nazionale con quella espressa
dagli studenti degli altri Paesi sviluppati, anche se collocati in aree geografiche e
culturali molto diverse dalla nostra. La cadenza triennale offre, poi, l’opportunità di
valutare il livello di evoluzione diacronica dei diversi sistemi scolastici e di evidenzia-
re le situazioni più dinamiche e reattive rispetto a quelle più statiche e meno dispo-
nibili ad adottare strategie di miglioramento.
Altro appuntamento annuale, al quale gli esperti di politiche scolastiche guardano
con interesse, è quello con il Rapporto EDUCATION AT GLANCE, uno sguardo sui si-
stemi scolastici dei Paesi membri dell’OCSE, allargato ad altri paesi del G20, tarato
su particolari indicatori che danno l’immediata percezione della collocazione dei di-
versi sistemi scolastici all’interno di uno scenario internazionale focalizzato sulla to-
talità dei Paesi sviluppati o in fase di sviluppo. L’edizione 2014 del Rapporto ha
messo in evidenza alcuni aspetti della realtà italiana particolarmente significativi; ad
esempio la crescita della percentuale dei 15-29enni che non hanno un’attività lavo-
rativa e che comunque sono usciti dal sistema d’istruzione e non sono neanche
iscritti a corsi di formazione (dal 20,5% del 2009 al 26% del 2013). Al tempo stesso
è stato rilevato che le crescenti difficoltà incontrate nella ricerca di un lavoro hanno
una diretta influenza sul livello di motivazione dei giovani italiani nei confronti dell’i-
struzione, provocando una frenata dei tassi d’iscrizione all’università. Al tempo stesso
il numero di studenti che abbandonano precocemente gli studi ha smesso di diminu-
ire dopo il 2010. Fortunatamente il rapporto registra anche un miglioramento abba-
stanza costante della qualità della formazione a livello di scuola di base e conferma
una situazione di eccellenza a livello di formazione pre-primaria, dove il 92% dei
bambini di tre anni risulta iscritto alla scuola dell’infanzia, contro una media del 70%
per l’area OCSE.
Malgrado, dunque, indagini e rapporti spesso non si limitino soltanto a segnalare
limiti e ritardi, ma contengano anche segnali positivi di miglioramento della nostra
scuola nazionale, i documenti OCSE stentano ad arrivare nelle nostre aule docenti e
a diventare un’occasione di riflessione collettiva. Al massimo se ne occupa qualche
L’indagine OCSE-PISA
continua a fornire, a
cadenza triennale,
informazioni
fondamentali sulle
performance dei nostri
studenti quindicenni
relativamente agli
ambiti di
alfabetizzazione
letteraria, matematica
e scientifica
Il Rapporto
EDUCATION AT
GLANCE conferma una
situazione di
eccellenza a livello di
formazione pre-
primaria, dove il 92%
dei bambini di tre anni
risulta iscritto alla
scuola dell’infanzia,
contro una media del
70% per l’area OCSE
I documenti OCSE
stentano ad arrivare
nelle nostre aule
docenti e a diventare
un’occasione di
riflessione collettiva