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In Primo Piano
che non affronta affatto la problematica della valutazione dei docenti e del perso-
nale tutto.
Cercheremo quindi di trovare qualche risposta ad una domanda fondamentale (“a
cosa serve la valutazione delle scuole?”) e di analizzare gli strumenti che a partire
da quest’anno scolastico verranno utilizzati nelle Istituzioni Scolastiche.
A cosa serve la valutazione delle scuole
Recentemente, l’INDIRE ha pubblicato un interessantissimo rapporto sulla valuta-
zione delle scuole, che analizza le politiche e gli approcci adottati dai sistemi scola-
stici europei. Il rapporto, come sottolinea nell’introduzione Tibor Navracsics, Commis-
sario Europeo per l’Educazione, la Cultura, l’Educazione e lo Sport, costituisce un
utile contributo per sviluppare le politiche finalizzate ad “assicurare la qualità nell’i-
struzione” e mette a confronto approcci, strutture e il ruolo svolto dai sistemi di va-
lutazione delle scuole interni ed esterni, analizzando, nel contempo, le procedure
concrete, gli strumenti e le modalità di utilizzo dei risultati.
Dal rapporto si evince che il dibattito sulla valutazione delle scuole, soprattutto
nel primo decennio del nuovo secolo, è stato particolarmente vivo, evidenziando un
forte dinamismo del settore.
È evidente che ogni Paese ha operato scelte diverse, in coerenza con gli obiettivi,
le strutture ordinamentali, i principali destinatari dei risultati della valutazione. È
altresì importante sottolineare il fatto che ciascun Paese ha comunque puntato ad
utilizzare la valutazione delle scuole in un’ottica di miglioramento complessivo della
qualità del proprio sistema di istruzione.
È la medesima impostazione che si ritrova nell’impianto e nella “filosofia” del DPR
80/2013: valutare le scuole serve per migliorarle, anzi, a voler esser più espliciti, per
fornire alle autonomie scolastiche gli strumenti per analizzare opportunità e vincoli,
punti di forza e di debolezza, attivando poi un circolo “virtuoso”, indispensabile, ma
non certamente automatico, che porterà alla progettazione e alla realizzazione di un
processo di miglioramento continuo.
Valutare per migliorare, quindi, ma anche valutare per rendere conto alla comunità
e al territorio, in un’ottica di responsabilità e di trasparenza.
A tal proposito, molte considerazioni potrebbero essere fatto sull’assoluto bisogno
di recuperare la cosiddetta “credibilità” del sistema delle scuole pubbliche, che trop-
po spesso è nell’occhio del ciclone per le oggettive difficoltà dovute a carenze di ri-
sorse finanziarie, strutturali e/o professionali. In questa sede non sono in discussione
né le problematiche collegate alla progressiva diminuzione delle risorse pubbliche
destinate alla scuola, né tantomeno le condizioni riguardanti il processo di autonomia
incompiuta o “azzoppata”. Vi è però un altro rischio concreto da non sottovalutare:
quello del diffondersi nell’opinione pubblica di una falsa concezione dell’autonomia
scolastica, come di un sistema autoreferenziale che non da’ conto all’esterno e che
risulta perciò poco credibile e controllabile. In altre parole, troppo spesso si sente
affermare da parte dei genitori che nelle scuole “se la cantano e se la suonano da
soli”; tuttavia, mentre in passato il ruolo educativo della scuola pubblica veniva mol-
to raramente messo in discussione, nell’attuale fase storico-sociale la effettiva realiz-
zazione di un patto formativo tra scuole, famiglie e territorio deve passare assoluta-
mente attraverso una rendicontazione sociale credibile, continua e trasparente. Ed è
questo uno degli obiettivi prioritari che il Sistema Nazionale di Valutazione si è posto
e che deve perseguire con forza.
Valutare le scuole per migliorare cosa? La risposta potrebbe essere scontata ma,
probabilmente, non è inutile precisarlo: valutare per migliorare il livello degli appren-
dimento degli studenti, e, di conseguenza, per ridurre la dispersione scolastica e
l’insuccesso, per accrescere l’equità e diminuire le differenze tra scuole ed aree geo-
Ciascun Paese ha
puntato ad utilizzare
la valutazione delle
scuole in un’ottica di
miglioramento
complessivo della
qualità del proprio
sistema di istruzione
Valutare per
migliorare, quindi, ma
anche valutare per
rendere conto alla
comunità e al
territorio, in un’ottica
di responsabilità e di
trasparenza