8
In Primo Piano
L'autonomia della scuola richiede l'attivazione di meccanismi di valutazione non
solo degli apprendimenti, ma anche della scuola, del personale e dell'intero si-
stema. Scopriamo in queste pagine a cosa serva una valutazione, quali siano gli
strumenti adottati e come si possa far finalmente partire il sistema.
Il faticoso percorso della valutazione
È ormai da molti anni che nella scuola italiana si parla di valutazione; la scelta di
attribuire l’autonomia alle Istituzioni Scolastiche, in coerenza con i processi riforma-
tori della Pubblica Amministrazione che hanno attraversato tutti gli anni ’90, seppu-
re in un’accezione di “autonomia funzionale” e con tutte le difficoltà e i limiti ben noti,
richiedeva di collegare tale autonomia all’attivazione di meccanismi di valutazione
che riguardassero non solo la valutazione degli apprendimenti, ma anche quella del-
le scuole, del personale, dell’intero sistema.
Il percorso è stato innegabilmente faticoso e per molti versi tortuoso, anche perché
le visioni dissimili dei governi che si sono succeduti in questi ultimi 15 anni hanno
messo l’accento, di volta in volta, sui diversi significati del termine stesso “valutazio-
ne”, sottolineandone l’aspetto di:
a) “
meritocrazia
” (valutare per allocare le risorse e le opportunità ai migliori);
b) “
controllo
” (valutare per tenere sotto controllo ciò che si fa con lo scopo di indivi-
duare gli scostamenti);
c) “
responsabilità
” (valutare per rendere conto di ciò che si è realizzato con le risorse
assegnate);
d) “
efficacia
” (valutare per capire se la soluzione adottata produce gli effetti deside-
rati).
Approfittando di questa linea “ondivaga” dei decisori politici, ha trovato quindi
terreno fertile la posizione di chi, in modo sincero o strumentale, ha guardato alla
valutazione con sospetto e con il timore che alla base vi fosse soprattutto l’obiettivo
di limitare libertà ed autonomia di docenti e scuole. Per lunghi anni ha quindi pre-
valso la linea del cosiddetto “benaltrismo” (“
ci vuole ben altro per migliorare la scuola
”…)
o quella del rifiuto
tout court
della valutazione.
Non è certo questa la sede per ripercorrere in modo analitico un percorso così
tortuoso; sta di fatto che, soprattutto negli ultimi 7-8 anni, alcune rilevanti sperimen-
tazioni nazionali hanno fatto da battistrada (ci si riferisce ai progetti VSQ di valuta-
zione delle scuole, “Valorizza” di valutazione dei docenti, ma soprattutto ai progetti
VALES e VM) costituendo di fatto il presupposto metodologico e strumentale dell’at-
tuale Sistema.
Si arriva quindi alla scelta politica che oggi costituisce la base dell’SNV, inserita in
un provvedimento legislativo contenente molte altre “cose”; si sta parlando, dell’ormai
famoso art. 4
undevicies
della Legge n. 10/2011, che affida al Governo la delega ad
emanare un apposito regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione, costituto
dalle cosiddette tre gambe (INVALSI, INDIRE, Corpo Ispettivo).
Della norma ispiratrice e del successivo Regolamento (il DPR 80/2013), si è parla-
to e scritto già molto e perciò si ritiene opportuno non procedere ad un nuovo riepi-
logo delle norme regolamentari sull’SNV: basti dire, in questa sede, che il Regola-
mento 80/2013 punta la sua attenzione su un aspetto fondamentale (la valutazione
delle scuole) e che indirettamente tocca la valutazione dei Dirigenti Scolastici, ma
Valutare le scuole: il significato di un processo
Ettore Acerra - Dirigente Tecnico
Le visioni dissimili dei
governi che si sono
succeduti in questi
ultimi 15 anni hanno
messo l’accento, di
volta in volta, sui
diversi significati del
termine stesso
“valutazione”
Alcune rilevanti
sperimentazioni
nazionali hanno fatto
da battistrada
costituendo di fatto il
presupposto
metodologico e
strumentale
dell’attuale Sistema